Il mal di testa o cefalea è un disordine complesso caratterizzato da dolore episodico o ricorrente nella regione della testa e rappresenta il problema neurologico più diffuso a livello mondiale. Un recente studio europeo riporta che circa il 78% della popolazione adulta ha avuto almeno un episodio di mal di testa nell’ultimo anno, se si includono tutti i tipi di mal di testa. A causa della sua grande diffusione il mal di testa ricorrente comporta un carico notevole in termini di dolore, disabilità, qualità di vita scadente e costi economici sia a livello individuale sia sociale. L’OMS afferma che il mal di testa è una condizione sottostimata, mal diagnosticata e trattata in maniera inadeguata in tutto il mondo. L’80% delle persone che soffrono di mal di testa non ha ricevuto una diagnosi; il restante 20% delle persone che riceve una diagnosi, spesso, si sente dire che non ci sono cure per questo problema se non quelle farmacologiche.

Quali e quanti tipi di mal di testa esistono?

Esistono differenti tipi di mal di testa: l’International Headache Society (IHS) ha suddiviso i vari tipi di cefalee in 2 gruppi principali:

  • Cefalee primarie: sono cefalee per le quali non è riconosciuta una causa ben precisa e che non dipendono da altre condizioni. Esse comprendono l’emicrania, la cefalea tensiva, la cefalea a grappolo.
  • Cefalee secondarie: sono cefalee in cui il sintomo “mal di testa” può essere attribuito ad un’altra causa. Tra queste rientrano la cefalea cervicogenica e la cefalea attribuita a disordini dell’ATM.

Quali sono i tipi di cefalea più diffusi?

La cefalea tensiva è la forma più diffusa di cefalea primaria; circa il 30-40% della popolazione ne soffre.

E’ caratterizzata da:

  • Localizzazione del dolore bilaterale
  • Dolore di tipo costrittivo- gravativo, come se si sentisse una fascia stretta attorno alla testa
  • Dolore che si diffonde verso il collo o proviene da esso.

La cefalea tensiva può essere episodica o cronica. Gli attacchi episodici durano da 30 minuti fino a 7 giorni; la cefalea tensiva cronica si manifesta per più di 15 giorni al mese per più di tre mesi nell’arco di un anno e causa livelli di disabilità molto importanti.

Emicrania senza aura (ESA in italiano, MwoA Migraine without Aura in inglese)

L’emicrania è seconda forma più comune di cefalea primaria; secondo l’OMS essa rappresenta il 3° disordine neurologico e la 6° causa di disabilità a livello mondiale. L’emicrania spesso esordisce durante la pubertà ed è più comune nelle donne (2:1) a causa di fattori ormonali. L’emicrania è caratterizzata da attacchi ricorrenti con le seguenti caratteristiche:

  • Localizzazione unilaterale del dolore
  • Dolore pulsante
  • Intensità del dolore moderata o severa
  • Dolore aggravato da attività fisiche di routine, es. camminare, salire le scale
  • Durata del dolore da 4 ore a 3 giorni
  • Sintomi associati come nausea, vomito, fotofobia e fonofobia.

 

Quali sono le cause del mal di testa?

La causa della cefalea tensiva e dell’emicrania senz’aura non si conosce ancora; ciò che si sa è che queste principali forme di cefalea hanno in comune, anche con altre forme, lo stesso meccanismo disfunzionale di sottofondo: la “sensibizzazione” del sistema nervoso.

Cosa significa?

Questo termine indica che le persone che soffrono di emicrania e cefalea tensiva hanno alcuni meccanismi interni che funzionano in maniera alterata e in particolare hanno alcune cellule nervose che tendono a essere più facilmente irritabili e eccitabili. A causa di ciò gli stimoli della vita quotidiana, normali o innocui, vengono interpretati in modo alterato o esagerato innescando la riposta “dolore” e quindi mal di testa. Questo processo è ormai scientificamente dimostrato. L’attacco di cefalea è quindi la risposta che il cervello dà in seguito all’irritazione di alcuni circuiti neuronali e all’interpretazione di certi stimoli come pericolosi e dannosi.

Oggi sappiamo che problemi del rachide cervicale possono favorire tale irritazione-sensibilizzazione. In particolare l’ipomobilità delle prime 3 articolazioni (l’occipite con atlante, l’atlante con l’epistrofeo, e quest’ultimo con la 3° vertebra) e disfunzioni muscolari a questi livelli sembrano avere il ruolo più importante.

I dolori e le disfunzioni cervicali o mandibolari sono quindi un FATTORE di RISCHIO: favoriscono l’aumento della frequenza, durata, intensità e disabilità globale degli attacchi, facilitando dunque la cronicizzazione e la resistenza alle cure mediche. E’ necessario dunque indagare la loro presenza e intervenire il prima possibile.

Se è stata fatta una diagnosi di Emicrania senz’aura o Cefalea Tensiva o entrambe, è fondamentale che il paziente riceva anche un’accurata valutazione manuale della funzionalità muscolare e della mobilità articolare del rachide cervicale o delle articolazioni temporo-mandibolari, soprattutto “prima” di qualsiasi intervento medico o odontoiatrico che preveda una terapia farmacologica protratta nel tempo.

E’ necessario un esame specifico manuale (test palpatori e di movimento); le radiografie o la risonanza sono indicate solo in casi rari (post trauma, sintomi nuovi improvvisi e severi, deficit neurologici significativi) o a completamento dell’analisi manuale.

I sintomi della cefalea: l’importanza di saperli riprodurre e risolvere

I test manuali consentono di riprodurre e risolvere subito i sintomi della cefalea.

Questo fenomeno è ben conosciuto in medicina riabilitativa ed è uno dei criteri fondamentali indicati scientificamente per fare diagnosi di cefalea e differenziare una forma da un’altra.

Purtroppo però quasi nessuno applica questi test: i clinici toccano sempre meno i pazienti e queste valutazioni richiedono un’accuratezza manuale specialistica che pochi professionisti hanno. Usare questa procedura permette diagnosi più accurate, terapie più precise e soprattutto dà risultati terapeutici migliori.

L’area testata non deve essere necessariamente solo quella dove il paziente riferisce i suoi sintomi, per esempio dolori alla testa o sul viso possono derivare da un problema cervicale. Ecco perché servono specialisti per sapere dove e come toccare.

L’approccio manuale si basa sul concetto o metodo AMSAccensione-Modulazione-Spegnimento. Il funzionamento di questo metodo si può paragonare a quello di un interruttore che consente di aumentare o ridurre l’intensità della luce in maniera graduale.

Attraverso specifici test manuali dei muscoli, nervi e articolazioni della cervicale, del cranio, della mandibola, il fisioterapista specializzato verifica subito queste 3 cose:

  • l’accensione, cioè la produzione o riproduzione di sintomi uguali o simili a quelli della cefalea del paziente, 
  • la modulazione, cioè la loro modificazione di intensità, localizzazione e qualità 
  • e soprattutto lo spegnimento, cioè la loro risoluzione durante la valutazione stessa

Proprio come un interruttore.

Quando ciò si verifica, questo dimostra ciò che è stato stimolato partecipa come causa o concausa alla cefalea. Questa è un’informazione importantissima, perché significa che il protocollo di trattamenti manuali ed esercizi è in grado di: 

  • ridurre la frequenza, l’intensità e la durata degli attacchi,
  • ridurre l’uso di farmaci,
  • migliorare la risposta ai farmaci o alle altre terapie non farmacologiche
  • ridurre la tua disabilità
  • migliorare la qualità della vita

TECNICHE MANUALI

Le tecniche manuali di valutazione e trattamento comprendono test di movimento e manipolazioni tissutali. 

Il fisioterapista sceglie le tecniche di trattamento in base al ragionamento clinico e alla strategia terapeutica impostata, che tiene conto delle richieste, aspettative ed esigenze del paziente. Si utilizzano:

  • tecniche di educazione neuroscientifica per insegnare al paziente la neurofisiologia del dolore, modificare le convinzioni negative, stimolare la partecipazione attiva e responsabile al percorso terapeutico;
  • tecniche dirette di manipolazione “statica” sostenuta: si esercitano con le dita o strumenti specifici pressioni perpendicolari su “vari” tessuti, con intensità e profondità variabili e graduali, per tempi brevi (30-60-90 secondi) e poche ripetizioni;
  • tecniche dirette di manipolazione “dinamica” sostenuta: si eseguono con le dita o con le nocche o con strumenti particolari, e consistono in pressioni associate a scivolamenti diretti in senso longitudinale o trasversale sui tessuti, generalmente molto lenti e di piccola ampiezza (pochi centimetri);
  • tecniche miotensive: sono tecniche di mobilizzazione attivo-assistite, che richiedono la partecipazione del paziente;
  • esercizi di ricondizionamento neuro-muscolare: movimenti specifici, semplici, per stimolare il sistema nervoso con effetti neurofisiologici locali e globali e favorire l’ottimizzazione delle capacità di carico e movimento dei tessuti.

 

In sintesi: con tecniche comunicative, manuali e movimenti si cerca di riprodurre e/o modificare subito sintomi e/o segni che devono essere simili o uguali a quelli usuali, lamentati e conosciuti dal paziente. La riproduzione e modificazione dei sintomi, al momento della valutazione, indicano che il trattamento manuale è indicato e ne giustificano l’applicazione immediata nel caso di Cefalea Tensiva o Emicrania.