Il termine “colpo di frusta” è stato coniato nel 1928 ed indica un particolare trauma distorsivo della colonna cervicale.
Esso è dovuto ad un brusco movimento della testa – generalmente tipico dei tamponamenti automobilistici di una certa rilevanza – durante il quale la colonna cervicale supera i limiti fisiologici di movimento prima estendendosi bruscamente all’indietro, e poi altrettanto bruscamente in avanti.

Questo trauma può causare lesioni a varie strutture della colonna cervicale: ossee, cartilaginee, discali e tessuti molli (muscoli, fasce, legamenti, nervi).

Le manifestazioni cliniche conseguenti al trauma e alle lesioni riportate sono definite “disturbi” associati al colpo di frusta (Whiplash Associated Disorders WAD).

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Qual è il processo biomeccanico del colpo di frusta?

Il processo biomeccanico del colpo di frusta da incidente d’auto può variare a seconda di vari fattori, in particolare dell’angolo di collisione. Il caso più frequente è quello della collisione da dietro, in questo caso le fasi del trauma sono le seguenti:

  1. L’auto subisce un colpo da dietro e questo provoca una spinta del sedile contro la schiena. La colonna vertebrale assorbe e trasmette forze che portano la zona cervicale a comprimersi in alto contro la testa.
  2. Il dorso, a contatto con il sedile, continua ad accelerare in avanti, ma la testa non fa altrettanto, perché non è ancora a contatto con il poggiatesta. In questa fase la naturale curva a C della colonna cervicale (curva di fisiologica lordosi) diventa una curva con una innaturale forma a S. Le anomale forze di compressone e di taglio possono danneggiare i dischi intervertebrali, le faccette articolari e le altre strutture del collo.
  3. La testa sbatte violentemente indietro nel poggiatesta.
  4. La testa rimbalza dall’appoggio e accelera bruscamente in avanti.
  5. La cintura di sicurezza trattiene il corpo (prevenendo danni più gravi), il collo si flette rapidamente in avanti e la testa compie appunto il movimento di “frustata” in avanti.

Il colpo di frusta è dovuto quindi al brusco movimento di accelerazione e decelerazione del capo rispetto al tronco. Oltre agli incidenti stradali, questo tipo di trauma si può verificare anche durante alcune attività sportive come calcio, rugby, ginnastica artistica e acrobatica, sport di combattimento e arti marziali, tuffi, sci e snowboard, o durante altre attività lavorative (cadute, traumi da impatto con attrezzi o macchinari).

Colpo di frusta meccanismo2

Fattori Aggravanti del colpo di frusta

I fattori che aggravano gli effetti del colpo di frusta sono:

  • Assenza di poggiatesta nella fase di iperestensione
  • Assenza di air-bag attivo nella fase di iperflessione
  • Assenza di cinture legate
  • Essere colpiti con l’auto ferma (per esempio al semaforo)
  • Urto improvviso, senza che le persone in auto se ne accorgano o mentre sono distratte
  • Impatto mentre la testa è flessa in avanti o ruotata
  • Pre-esistenti dolori e disordini cranio-mandibolari, cranio-cervicali, toracici e lombari
Colpo di frusta forma a S

Classificazione del colpo di frusta

I colpi di frusta vengono classificati in 5 gradi, da 0 a IV in base alla gravità dei segni e dei sintomi.

  • Grado 0: Nessun segno o sintomo al collo
  • Grado I: Presenza di dolore e rigidità al collo, assenza di segni clinici (nessuna limitazione dell’ampiezza di movimento, nessuna perdita di forza)
  • Grado II: Presenza di sintomi (dolore e rigidità) e presenza di segni clinici: ridotta ampiezza di movimento del collo e dolorabilità alla palpazione
  • Grado III: Presenza di sintomi, segni clinici e segni neurologici: alterazione dei riflessi osteotendinei, debolezza, alterazioni della sensibilità.
  • Grado IV: presenza di sintomi e frattura o dislocazione.

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Quali sono i sintomi del colpo di frusta?

I sintomi del colpo di frusta possono presentarsi immediatamente in seguito al trauma o possono avere un’insorgenza ritardata fino a 48 ore.

I sintomi più comuni del colpo di frusta sono:

  • Dolore al collo: il dolore può essere da moderato a severo, può localizzarsi in un’area ristretta o ampia, può irradiarsi alla parte alta del dorso, tra le scapole, alla spalla, al braccio e a volte alla mano. Tipicamente il dolore al collo dovuto al colpo di frusta è causato dallo stiramento di muscoli o legamenti o da danni a dischi intervertebrali, strutture nervose o articolazioni
  • Rigidità al collo e ridotta ampiezza di movimento: la ridotta mobilità del collo può derivare dal dolore, dalla tensione muscolare o da un problema meccanico articolare
  • Mal di testa
  • Instabilità cervicale
  • Formicolio, debolezza, intorpidimento. A volte in seguito al colpo di frusta una radice nervosa può essere compressa o infiammata: questo può portare ad una radicolopatia cervicale con sintomi come formicolio, debolezza e intorpidimento che si irradiano alla spalla, braccio, mano e/o dita. Tipicamente la radicolopatia cervicale si verifica solo su un lato. In rari casi può manifestarsi su entrambi i lati se sono coinvolte più radici nervose.
  • Vertigini cervicali o capogiri (dizziness): i capogiri dovuti al colpo di frusta di solito sono causati dall’instabilità cervicale o a volte al trauma concussivo (trauma cranico minore)
  • Acufeni
  • Disturbi all’articolazione temporo-mandibolare: a volte il trauma muscolare e articolare subito dall’articolazione temporo-mandibolare può procurare disturbi, come dolore, difficoltà a parlare e nella masticazione
  • Problemi di memoria e di concentrazione
  • Disturbi del sonno
  • Difficoltà di deglutizione: il trauma subito dalla laringe o dall’esofago può rendere la deglutizione difficoltosa o dolorosa.
  • Problemi visivi, affaticabilità, disturbi emotivi (irritabilità, ansia, depressione).

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Decorso clinico del colpo di frusta e fattori di rischio

Il decorso clinico del colpo di frusta è molto variabile. Buona parte dei pazienti ottiene un recupero veloce e completo entro 3 mesi dal trauma; ad ogni modo, più di un terzo dei pazienti sviluppa un dolore che persiste nel tempo oltre 6 mesi o 1 anno. Studi scientifici hanno dimostrato che esistono fattori di rischio specifici che rallentano o impediscono il recupero:

  • Forte dolore insorto immediatamente dopo il trauma
  • Ansia dopo il trauma
  • Catastrofizzazione (pensieri negativi che ingigantiscono il problema)
  • Questioni assicurative e legali
  • Scarsa partecipazione attiva al recupero
  • Sesso femminile ed età avanzata
  • Basso livello socio-culturale
  • Storia di precedenti traumi cervicali
  • Rigidità e dolori cervicali preesistenti
  • Problemi psicologici e depressione

Colpo di frusta: cosa fare?

Dopo aver subito un colpo di frusta è importante recarsi al Pronto Soccorso per avere una valutazione medica. La diagnosi di colpo di frusta si basa essenzialmente su criteri anamnestici e clinici, cioè sulla storia del trauma e sulla valutazione che il medico esegue sul paziente. Per definire la necessità di esami radiologici esistono criteri ben specifici basati sul meccanismo del trauma, condizioni del paziente al momento del trauma, segni e sintomi del paziente al momento della valutazione al Pronto Soccorso.

La radiografia è indicata in questi casi:

  • paziente di età superiore a 65 anni
  • incidente avvenuto con dinamiche pericolose: velocità >100 km/h, impatto con mezzi pesanti (autobus o camion)
  • alta velocità del mezzo che ha causato l’urto
  • parestesie (formicolio) alle estremità
  • la persona non riesce a camminare o a mantenere la posizione seduta
  • immediata insorgenza di dolore della parte centrale del collo
  • movimento di rotazione del capo <45°
  • pregressi interventi chirurgici vertebrali cervicali

In assenza di queste condizioni non è consigliabile effettuare la radiografia. Infatti le tecniche di imaging, nonostante siano altamente sofisticate, spesso non sono utili ai fini della diagnosi e del trattamento. Inoltre possono rilevare alterazioni che non sono correlate al dolore percepito dal paziente dopo l’incidente. Le alterazioni degenerative sono estremamente comuni anche nei soggetti asintomatici e spesso le radiografie eseguite subito dopo il colpo di frusta rilevano situazioni degenerative preesistenti (la più comune è la spondilosi C5 – C6).

L’esecuzione di altri esami, come Risonanza Magnetica o TAC, è a discrezione del medico per escludere la presenza di problematiche gravi. La Risonanza Magnetica rileva meglio danni potenziali ai tessuti molli come muscoli, legamenti e dischi intervertebrali. Ancora una volta è importante ricordare che un’alta percentuale di soggetti asintomatici presenta alterazioni radiologiche significative che non hanno alcuna correlazione con i sintomi e non sono state causate dal colpo di frusta.

La TAC ha una migliore validità rispetto alla radiografia nel rilevare i dettagli ossei, quindi viene utilizzata in caso di sospetta frattura.

Rimedi per il colpo di frusta

Come viene effettuata la valutazione fisioterapica del paziente dopo un colpo di frusta?

La valutazione clinica del paziente che ha subito un colpo di frusta è rivolta innanzi tutto ad escludere la presenza di bandiere rosse, cioè segni e sintomi che indicano una situazione di potenziale pericolo: problemi nel cammino, formicolio diffuso, debolezza muscolare o problemi sensitivi in progressivo peggioramento, svenimenti, problemi vescicali o intestinali. Una volta escluse queste, il fisioterapista esegue un’attenta anamnesi ed un esame fisico accurato per individuare lo specifico problema del paziente e impostare il trattamento migliore.

Durante l’anamnesi è importante raccogliere dati sulle condizioni del rachide cervicale precedentemente al trauma (dolore, rigidità, cefalea), presenza di altre patologie, traumi precedenti e assunzione di famaci.

Poi il fisioterapista pone domande specifiche sulla dinamica dell’incidente e sui sintomi:

  • Come si è verificato l’incidente? Cosa è successo al collo?
  • Quando è comparso il dolore? Subito dopo l’incidente o dopo ore/giorni?
  • Che tipo di dolore è? Dove è localizzato? Quanto è intenso? Va e viene o è costante? Si irradia al braccio e/o alla mano?
  • Sono presenti altri sintomi, come cefalea, vertigini, formicolio, difficoltà di concentrazione, ansia, depressione, disturbi del sonno?

Quando sono stati raccolti tutti i dati dell’anamnesi, il fisioterapista procede all’esame fisico.

  • Osservazione: viene esaminata la postura generale del paziente ed in particolare la zona cervicale, per verificare la presenza di anomalie
  • Test di movimento: prevedono l’esecuzione di movimenti attivi per valutare eventuali limitazioni di movimento del rachide cervicale, e l’esecuzione di test manuali passivi di movimento, che permettono di individuare nello specifico quali articolazioni hanno una limitazione di movimento
  • Palpazione: permette di valutare dolorabilità e contratture muscolari e di rilevare la presenza di trigger points
  • Esame neurologico: viene eseguito se ci sono sintomi come formicolio, aghi, intorpidimento al braccio e alla mano. Comprende l’esecuzione di test che valutano la forza, la sensibilità e i riflessi all’arto superiore

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Gestione e trattamento del colpo di frusta

Il trattamento del colpo di frusta è studiato sul singolo paziente e dipende dal tipo di trauma subito e dagli effetti fisici e psicologici riportati.

Secondo la letteratura scientifica internazionale e le attuali linee guida internazionali, l’approccio e le terapie migliori sono:

  • Educare il paziente: spiegare al paziente i meccanismi del colpo di frusta e la sua prognosi benigna. E’ fondamentale rassicurare il paziente al fine di rimuovere timori, favorire la partecipazione al trattamento e prevenire la cronicità
  • Incoraggiare il ritorno alle normali attività il prima possibile e favorire il movimento precoce. Il collare può essere utilizzato nei primi giorni dopo il trauma, mentre il suo utilizzo prolungato può essere dannoso, in quanto provoca un ulteriore indebolimento dei muscoli del collo. E’ stato dimostrato che gli esercizi terapeutici eseguiti precocemente dopo il trauma sono molto più efficaci del collare nel ridurre l’intensità del dolore e la disabilità dovuta al trauma da colpo di frusta.
  • Farmaci analgesici per il controllo del dolore nelle fasi iniziali
  • Iniziare precocemente un percorso di fisioterapia manuale specialistica
Colpo di frusta trattamento

Trattamento fisioterapico del colpo di frusta cervicale

E’ fondamentale iniziare il prima possibile un percorso di fisioterapia specialistica in grado di muovere e far muovere il corpo del paziente nel modo migliore e più sicuro, di dosare in modo ottimale l’intensità e i carichi di lavoro per ottenere un recupero veloce e duraturo.

Il trattamento indicato per il colpo di frusta cervicale dipende dalla severità dei segni e dei sintomi a da quanto tempo è passato dal trauma. In caso di colpo di frusta di grado I, II o III di recente insorgenza, cioè <3 mesi, sono indicati questi trattamenti:

  • Mobilizzazioni o manipolazioni vertebrali e neuro-muscolari: le tecniche di terapia manuale specialistica consentono di mobilizzare dolcemente le articolazioni rigide e di ridurre le contratture muscolari; questo consente una rapida riduzione del dolore ed un recupero più veloce della mobilità cervicale
  • Esercizi attivi: il movimento attivo, assistito dal fisioterapista ed eseguito anche in maniera autonoma, è una parte fondamentale del percorso di recupero. Gli esercizi vengono adattati alle caratteristiche del singolo paziente e comprendono esercizi di stretching e allungamento, esercizi di controllo posturale, esercizi di controllo motorio, esercizi di rinforzo muscolare. Gli esercizi mirano a ristabilire l’equilibrio sia della regione cervicale sia della zona dorsale e del cingolo scapolare, zone che hanno forti connessioni anatomiche e neurofisiologiche con il tratto cervicale.

I tempi di recupero dopo un trauma da colpo di frusta sono variabili e dipendono da diversi fattori, come il tipo di incidente, problematiche presenti prima del trauma, età e fattori psicosociali. Se buona parte delle persone mostra un recupero completo a 3 mesi dal trauma, una certa percentuale di pazienti continua invece ad avere sintomi. Nelle persone con dolore persistente si sviluppa una sorta di sensibilizzazione al dolore, che richiede un intervento multidisciplinare:

  • Educazione del paziente: nei pazienti con dolore persistente i pensieri negativi sono un importante fattore di cronicizzazione. Ancora una volta è importante rassicurare il paziente, istruendolo anche sulla neurofisiologia del dolore. Studi scientifici hanno dimostrato che questi interventi educativi hanno un’efficacia nella riduzione dei sintomi pari allo svolgimento di un piano di esercizi
  • Mobilizzazioni o manipolazioni vertebrali e neuro-miofasciali
  • Esercizi attivi: sono parte fondamentale della gestione dei pazienti con dolore persistente. Agli esercizi già citati per la fase post-acuta è utile inserire anche esercizi di coordinazione ed esercizi di gruppo, ad esempio yoga
  • Terapia cognitivo-comportamentale: permette la riduzione dell’intensità del dolore nelle attività della vita quotidiana
  • Tecniche di rilassamento e di riduzione dello stress

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